TREKKING EXTRA-EUROPEO: COME PREPARARSI

Di Giancelso Agazzi

 

 Cosa si deve fare per un trekking in una regione extra-europea della durata di più giorni?

 Si tratta di un’esperienza appagante, densa di emozioni, ma che va affrontata con estrema prudenza, badando a salute e sicurezza in particolare. A seguire, le “istruzioni per l’uso”.

Prima di partire è importante documentarsi circa la destinazione, cercando di procurarsi tutte le informazioni necessarie. Ciò potrà aiutare a capire il tipo di ambiente e alcuni aspetti sanitari.

Di fondamentale importanza sono la preparazione fisica e un certo spirito di adattamento.

La preparazione fisica deve iniziare almeno tre mesi prima della partenza.

Ciascun individuo dovrà prendere in considerazione età, stato di salute, livello di performance fisica, precedenti esperienze in alta quota o in regioni disagiate.

 

Prima della partenza

 

·      Consultare un ambulatorio di medicina dei viaggi

·      Uno screening pre-partecipazione sarebbe quanto mai utile con una valutazione del rischio cardiovascolare, respiratorio, muscolo-osteoarticolare, neurologico e endocrino-metabolico

·      Tale screening dovrebbe comprendere: visita medica con raccolta della storia clinica, alcune esami ematochimici (gruppo sanguigno, emocromo, azotemia, glicemia, ves, funzionalità epatica, assetto lipidico, elettroliti, creatininemia, sideremia e esame urina), elettrocardiogramma da sforzo e a riposo ed eventuale test da sforzo massimale, spirometria, visita odontoiatrica e visita ORL.

·      Ogni malattia cronica pre-esistente deve trovarsi in una situazione di stabilità

·      Assicurarsi di avere al seguito i farmaci necessari per tutta la durata del trekking

·      In caso di dubbi è opportuno sentire il parere del proprio medico di famiglia o di uno specialista

·      Verificare l’equipaggiamento necessario

·      Prevedere un adeguato programma di allenamento ed essere consapevoli della propria forma fisica (non essere in sovrappeso)

·      Se non è si è mai stati in alta quota programmare almeno un pernottamento oltre i 3000 metri (valido test di preparazione)

·      Dormire più notti a quote intorno a 3000 metri nel mese antecedente il trekking in alta quota costituisce un buon allenamento preventivo

 

 

Doveri dei partecipanti

 

Si deve fornire al medico che accompagna il trekking (se presente) una dettagliata storia clinica personale e familiare con eventuale documentazione clinico-strumentale di pregresse patologie ed eventuali pregresse malattie d’alta quota

·      Conoscere le condizioni sanitarie e ospedaliere del luogo del trekking

·      Dotarsi di un kit personale di farmaci attualmente usati a livello del mare e altri farmaci consigliati dal medico

·      Stipulare un contratto assicurativo per copertura di eventuali spese di evacuazione, viaggio di ritorno e assistenza sanitaria

·      Informare immediatamente il medico, se presente, in caso di comparsa di qualsiasi sintomo nel corso del trekking

 

Le Vaccinazioni

 

Le patologie di un viaggiatore sono prevenibili dalle nostre vaccinazioni di routine. Esistono tre vantaggi: proteggere il viaggiatore; i locali (turismo sostenibile); le zone malattie free da patologie di importazione.

Almeno un mese prima della partenza si deve consultare il Servizio di Igiene Pubblica, Ambulatorio di Medicina dei Viaggi, della propria Azienda Sanitaria per verificare il proprio stato vaccinale (calendario vaccinale) per potersi sottoporre a eventuali vaccinazioni e/o richiami in tempo utile ai fini della produzione di anticorpi.

Per un trekking in montagna si raccomandano le seguenti vaccinazioni:

•       Antipneumo e antiinfluenzale (sopra i 50 anni e per le persone a rischio)

•       Antidifto-tetano-pertosse-polio (richiamo ogni 10 anni)

•       Antimeningite quadrivalente, A, C, W, Y,

•       Antimorbillo-parotite-rosolia-varicella

•       Anti HPV (tutti gli adolescenti e gli adulti a rischio)

•       Antirabbica (da valutare)

•       Anti-encefalite giapponese (in alcuni paesi del Sud Est Asiatico. La malattia è endemica in Nepal)

•       Anti-encefalite da zecche (TBE)

•       Anti febbre gialla (se richiesta dal Paese o, eventualmente, da valutare)

•       Antitifica, anticolerica (da valutare in base al tipo di viaggio)

•       Anti-Dengue

Questo elenco vale a titolo di informazione generale. Per avere indicazioni precise sulle vaccinazioni da effettuare in vista della partenza rivolgersi alla propria Azienda Sanitaria.

 

 

 

Durante il trekking

 

·      Al di sopra dei 2500-3000 metri, se l’itinerario lo consente, non è consigliato pernottare oltre i 300-500 metri più in alto della notte precedente e ogni tre giorni di salita sarebbe buona norma fermarsi una notte in più alla stessa altezza.

·      Nel caso qualcuno non stesse bene si deve pensare a come scendere o tornare indietro

·      Non assumere sonniferi e limitare gli alcolici

·      Portare al seguito un saturimetro e un sacco iperbarico.

 

 

Il viaggio in alta quota

 

In altitudine occorre essere più responsabili, nel rispetto di sé stessi, delle popolazioni del luogo e dell’ambiente in cui ci si trova. Per esempio, riguardo ai portatori, occorre prendersi cura della loro salute e sicurezza. Potrebbero soffrire di mal di montagna. Vanno controllati i loro indumenti e calzature, quello che mangiano e bevono e quanto trasportano.

 

La quantità di ossigeno si riduce di un terzo a 3200 metri, della metà a 5500 metri e di due terzi a 8848 metri (Everest). Per ipossia si intende la diminuzione delle molecole di ossigeno disponibili nell’aria.

Più si sale e più si va piano. A 4000 metri si raddoppiano i tempi di percorrenza.

La VO2max diminuisce progressivamente in alta quota.

L’attività sportiva in altitudine può presentare un certo grado di rischio per la salute. Il rischio può essere intrinseco, per le caratteristiche dei luoghi in cui ci si trova e, quindi, legato alle patologie d’altitudine, a quelle causate dal freddo e ai traumi, ma anche estrinseco a causa dell’isolamento e le ovvie limitazioni diagnostiche e terapeutiche.

 

I principali fattori di rischio per una forma severa di AMS (male acuto di montagna) riguardano le persone con:

 

·      Pregressa malattia d’alta quota

·       Emicrania ricorrente

·      Buon allenamento in endurance

·      Indifferenza nei confronti della necessità di salire gradualmente

·      Un test all’ipossia con una cattiva risposta ventilatoria e una forte desaturazione in corso di esercizio fisico

·       Meno di 46 anni e/o obese (indice di massa corporea > 35)

 

Le reazioni del fisico all’altitudine e alla conseguente diminuzione dell’ossigeno:

 

·      Aumento della frequenza e della profondità del respiro

·      Aumento della frequenza cardiaca e del flusso ematico

·      Diminuzione della prestazione massimale

·      Dopo 1-3 settimane, aumento dei globuli rossi e della capacità di trasporto dell’ossigeno

 

IN PIU’

 

Ci si deve acclimatare, adattandosi ai nuovi ritmi.

Un individuo su due viene colpito dall’AMS di tipo benigno (acclimatazione incompleta.)

La facilità con cui ci si adatta all’alta quota varia in da individuo a individuo. Alcune persone riescono ad acclimatarsi in modo rapido e possono salire rapidamente, mentre altre non stanno bene neppure in caso di lenta ascensione.

Una corretta idratazione facilita l’acclimatazione in alta quota. Bere abbondantemente e controllare il colore delle urine (se troppo scure indicano uno stato di disidratazione).

 

Raccomandazioni per il male acuto di montagna (AMS) :

                                                   Non salire ulteriormente

                                                   La perdita di quota (anche solo 500 metri) può migliorare i sintomi

                                               Riposare

                                               Mantenere una buona idratazione (>3 litri al giorno)

                                               Evitare gli sforzi

                                               Ripararsi dal freddo

                                               Dormire con il tronco leggermente sollevato

                                               Assunzione di acido acetil salicilico o paracetamolo,o ibuprofene ed eventualmente                                                                     anti-nausea-vomito

Se dopo 6-12 ore i sintomi non si attenuano si può assumere acetazolamide. Si può assumere, dietro indicazione, l’acetazolamide.

Questo principio attivo serve anche per la profilassi dell’AMS. È un modesto diuretico, inibitore dell’anidrasi carbonica, che fa aumentare la ventilazione polmonare, stimolando la respirazione, e che riduce di circa la metà il rischio di sviluppare una manifestazione di AMS severo. Va assunto quando le regole di acclimatazione non possono essere facilmente rispettate e nei soggetti con pregressi episodi di AMS.

 

 

 

Le malattie dovute all’alta quota

 

·      Male Acuto di Montagna (AMS) (mal di testa, nausea, mancanza di appetito, edemi periferici, labbra cianotiche, alterato stato mentale, incapacità di camminare in linea retta, insonnia): compare se i meccanismi di adattamento non funzionano in modo adeguato, provocato da una scarsa tolleranza alla carenza di ossigeno (ipossia). Si verifica di solito dopo alcune ore di permanenza in alta quota (6-18 ore). È dovuto al mancato adattamento all’ipossia ipobarica. Capita al 25% di quanti salgono ad alta quota troppo in fretta. Si tratta del disturbo più comune e benigno tra le patologie correlate all’esposizione all’ipossia ipobarica.

·      Edema Cerebrale d’Alta Quota (HACE), causato da un accumulo di liquido nell’encefalo. Si manifesta con mal di testa, vomito, difficoltà a camminare, torpore fino al coma

·      Edema Polmonare d’Alta Quota (HAPE), dovuto al passaggio di liquido negli alveoli polmonari che causa insufficienza respiratoria. Si manifesta con aumento della frequenza cardiaca, tosse, grave prostrazione. Può essere confuso con altre alterazioni dell’apparato respiratorio.

 

 

 

 

Le scorie prodotte dall’uomo

 

I rifiuti umani e i residui dei pasti rappresentano un problema, che si potrebbe parzialmente risolvere portandoli via, insieme alle batterie scariche, nel corso del trekking. L’accumulo dei rifiuti oltre a costituire un grave disagio di tipo estetico e ambientale, si pone anche come un grave fattore di rischio per la salute a causa della possibile trasmissione di malattie.

 

Le norme igieniche di base

 

Quando si viaggia in luoghi a scarso livello igienico, la possibilità di subire un contagio per via oro-fecale aumenta. Una delle malattie più comuni è la “diarrea del viaggiatore” dovuta a Escherichia Coli o a Rotavirus. Altre malattie infettive possono essere trasmesse da Salmonelle, Shigelle, Vibrione del Colera, protozoi (Giardia, Ameba) e virus dell’epatite A.

Le urine possono essere rilasciate liberamente, purché sempre a valle del sentiero o lontano dai punti di approvvigionamento idrico.

Per le feci: sempre a valle del sentiero e lontano da sorgenti o acque superficiali. È raccomandato scavare fosse profonde per le latrine. I liquami richiedono, infatti, molto tempo per biodegradarsi. Scavare con una zappetta (10-15 cm. nella ghiaia, 15-20 cm. nella terra o sabbia). Se il terreno è roccioso si deve coprire tutto con sassi. Se c’è neve o ghiaccio, scavare almeno 20-25 cm. e ricoprire.

Usare solo carta igienica o materiale organico naturale (foglie o muschio).

Stessi sistemi possono essere utilizzati per eliminare i rifiuti biodegradabili. Se non c’è vegetazione, carta e legno possono essere bruciati sul posto, mentre è raccomandabile portare a valle in appositi contenitori materie plastiche, metalli e altri rifiuti non biodegradabili, avendo cura di depositarli dove vengano raccolti e smaltiti in modo adeguato.

 

Alimentazione

 

Deve tenere conto del dispendio energetico, dell’intensità e della durata dell’esercizio fisico e del freddo.

La marcia in montagna prevede un consumo energetico medio di 350 chilocalorie/ora. Il dispendio energetico di una giornata in montagna per una escursione di otto ore in un ambiente temperato è di circa 4400 chilocalorie/ora. Il freddo determina un dispendio energetico supplementare di circa 100 chilocalorie/ora.

Ci si deve alimentare in modo regolare. L’alimentazione deve essere gradevole per il palato e facile da preparare.

La corretta suddivisione dei nutrienti dovrà rispettare le seguenti percentuali: 55-65% carboidrati, 20-30% grassi e 10-15% proteine.

Nel corso di trekking di lunga durata si possono assumere integratori contenenti vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina E.

 

 

L’acqua

 

·      Rifornire la borraccia con almeno due litri di acqua sicuramente potabile (potabilizzazione UV, clorazione) o bere bevande imbottigliate, chiuse ermeticamente

·      Non consumare ghiaccio

·      Si può utilizzare acqua non di bottiglia dopo bollitura prolungata (se a bassa quota)

·      La disinfezione più semplice e sicura è l’utilizzo di prodotti disinfettanti per alimenti (per esempio amuchina)

·      Per maggiore tranquillità si possono associare metodo fisico e metodo chimico

·      In altitudine si verificano importanti modificazioni del metabolismo dell’acqua e del sale: la diuresi aumenta e il volume plasmatico diminuisce

·      Sarebbe consigliabile incaricare un componente del gruppo che vigili su acqua e cibi vari.

 

 

Le dieci regole d’oro per la scelta di cibi e bevande sicuri

 

·      Bere acqua purificata o, se imbottigliata, addizionata di anidride carbonica

·      Mangiare cibi ben cotti e serviti molto caldi, ovvero appena preparati

·      Mangiare frutta dalla buccia spessa, sbucciandola da sé ed evitando le macedonie già pronte

·      Evitare di mangiare insalate di verdura crude, specie se a base di vegetali in foglia

·      Non utilizzare mai ghiaccio, nemmeno nelle bevande alcoliche

·      Consumare latte e latticini solo se si è sicuri che siano stati pastorizzati

·      Evitare i molluschi e il pesce crudo o poco cotto anche se conditi con limone, lime o aceto

·      Evitare il cibo venduto lungo le strade

·      Disinfettare, prima di bere, l’esterno delle lattine poste a refrigerare nel ghiaccio o nell’acqua

·      Utilizzare acqua purificata anche per lavare i denti

(da A. Rossanese et al., Giornale Italiano di Medicina Tropicale, 2005; 10:9)

 

Prevenzione

 

·      È consigliato indossare, nelle zone a rischio, abiti lunghi (calzoni, camicia) per prevenire le malattie trasmesse da vettori (zanzare, zecche, pappataci)

·      Usare repellenti nelle parti scoperte del corpo e, di notte, dormire sotto una zanzariera e utilizzare diffusori di insetticida

·      Portare con sé l’apposita pinzetta per estrarre eventuali zecche

·      Le sanguisughe vanno staccate dopo averle schiacciate o soffocate nel sale o nella cenere

·      Prima di partire informarsi presso il Servizio di Igiene Pubblica di zona o sui siti Internet dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) circa il rischio di contrarre la malaria nella zona visitata

·      Praticare la profilassi anti-malarica, nelle zone a rischio, con i farmaci appropriati che variano di regione in regione e di anno in anno.

 

 

Lista farmaci per trekking

 

Ogni componente del trekking dovrebbe avere come propria dotazione:

 

·      Farmaci usati in terapia cronica

·      Paracetamolo (500 mg) 10 compresse

·      Butilscopolamina (10 mg) 5 confetti

·      Antitosse (1 flacone)

·      Decongestionante nasale (1)

·      Tavolette di antisettico del cavo orale

·      Loperamide (2 mg) 20 capsule

·      Metoclopramide (10 mg) 5 compresse

·      Omeprazolo 10 compresse

·      Idrossido di alluminio e magnesio 20 compresse

·      Collirio astringente e disinfettante (1 flacone)

·      Stick schermo totale per labbra

·      Disinfettante (salviettine)

·      Crema solare (indice > 20)

·      Garze sterili, 2 bende alte 5 cm, cerotti medicati, strisce adesive steri-strip, cerotto, forbicine, 1 pinzetta, un paio di guanti, un laccio emostatico

·      Doppia pelle (Compeed) per il trattamento delle vesciche

 

 

 

 

 

 

Bibliografia:

 

“ABC médical pour alpinistes, randonneurs et autres aventuriers”, A.G. Brunello, M. Walliser, U. Hefti, 2011, Éditions du CAS

“Vademecum, la preparazione del trekking”, prima edizione, maggio 2004, I manuali del CAI

“Medicina e Montagna”, Commissione Centrale Medica, I manuali del CAI, 2009

“Pertit guide medical pour le voyage, Emmanuel Cauchy, 2015, Éditions Glenat

“Santé & Altitude”, 7ème Édition, ARPE

“La scoperta dell’alta quota”, Roberto Mantovani, Alpine Studio, Lecco, 2014

“Médecine de Montagne”, Jean Paul Richalet, Jean Pierre Herry, 5ème Édition, Elsevier, 2017